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Le macchine da caffè da bar nascono nei primi del '900 e sono caratterizzate dal funzionamento a vapore. La qualità del caffè erogato non è eccezionale perchè il vapore lascia un sapore di bruciato nel caffè. Solo alla fine degli anni '40 verrà introdotto il pistone, che tramite l'utilizzo di acqua a 90°C consentirà di avere un caffè espresso così come lo beviamo oggi. Nei primi anni '50, parallelamente alla produzione delle nuove macchine da bar, inizia la produzione di macchine a pistone (e quindi a leva) per uso domestico. Una delle prime è la Gilda della Gaggia come potete constatare da un volantino dell'epoca e il cui brevetto risale al 1952. Anche gli altri marchi storici come Faema, Cimbali, La Pavoni affiancano alla produzione dei modelli da bar quelli per uso domestico, mentre ne nascono molti altri, come Arrarex, Elektra, Olympia, Zerowatt per citarne alcuni, che sviluppano una produzione specifica per uso domestico. Alla fine degli anni '70, con l'introduzione delle macchine a pompa, la domanda di macchine a leva diminuisce e molti modelli scompaiono dal mercato. Rimane un mercato di nicchia per "intenditori", escluso da campagne di informazione pubblicitaria e basato sul "passaparola". Possiamo classificare le macchine a leva in due tipologie: quelle con pistone azionato da una molla (La Cimbali, Elektra, FE-AR...) e quelle con pistone azionato manualmente (Arrarex, La Pavoni). I principi di funzionamento e i componenti principali sono simili per tutti i modelli, una caldaia con una resistenza elettrica per scaldare l'acqua, un gruppo e un pistone azionato da una leva per l'erogazione del caffè. L'applicazione di tale principio, la qualità dei materiali, l'originalità del design sono proprie di ogni modello. |
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